Rupicapra rupicapra Linnaeus, 1758

Phylum: Chordata Haeckel, 1874
Classe: Mammalia Linnaeus, 1758
Ordine: Artiodactyla Owen, 1848
Famiglia: Bovidae Gray, 1821
Genere: Rupicapra Blainville, 1816
Italiano: Camoscio
English: Chamois
Français: Chamois
Deutsch: Gämse
Specie e sottospecie
Rupicapra rupicapra ssp. cartusiana presente sulle Prealpi della Chartreuse - Rupicapra rupicapra ssp. tatrica, presente sui Monti Tatra - Rupicapra rupicapra ssp. carpatica, diffusa sui Carpazi - Rupicapra rupicapra ssp. balcanica, diffusa nella Penisola balcanica - Rupicapra rupicapra ssp. caucasica, diffusa nell'altipiano del Caucaso - Rupicapra rupicapra ssp. asiatica, diffusa in Asia Minore. La validità di alcune di queste divisioni sottospecifiche ultimamente è stata messa in discussione
Descrizione
La specie Rupicapra rupicapra si divide in 7 sottospecie (di cui 5 localizzate in Europa e 2 in Asia minore) che si caratterizzano per lievi differenze morfologiche: Rupicapra rupicapra rupicapra (Linneo, 1758), diffusa sull'arco alpino - Rupicapra rupicapra cartusiana, presente sulle Prealpi della Chartreuse - Rupicapra rupicapra tatrica, presente sui Monti Tatra - Rupicapra rupicapra carpatica, diffuso sui Carpazi - Rupicapra rupicapra balcanica, diffuso nella Penisola balcanica - Rupicapra rupicapra caucasica, diffuso nell'altipiano del Caucaso - Rupicapra rupicapra asiatica, diffuso in Asia Minore. La validità di alcune di queste divisioni sottospecifiche ultimamente è stata messa in discussione. La lunghezza totale del corpo, misurata dall'estremità della testa alla radice della coda, varia tra 130 e 150 cm nel maschio, e tra 105 e 125 cm nella femmina. L'altezza, misurata al garrese, varia tra 85 e 92 cm nel maschio e tra 70 e 78 cm nella femmina. Il peso corporeo è influenzato innanzitutto dall'età e dal sesso, e il valore massimo viene raggiunto intorno ai 5-9 anni: nei maschi adulti tale valore può raggiungere i 50 kg, nelle femmine adulte i 40-42 kg. Negli yearlings (animali di un anno compiuto) il peso si aggira sui 15-20 kg. Il peso varia notevolmente nel corso dell'anno. I valori massimi si raggiungono nel periodo di maggiore accumulo del grasso, che corrisponde al mese di ottobre. I maschi adulti, al termine del periodo riproduttivo, arrivano a perdere quasi un terzo del loro peso corporeo, a causa del forte dispendio energetico durante le lotte tra rivali. In generale comunque, tra gennaio ed aprile si ha una diminuzione della massa corporea in tutti i soggetti, provati dalle dure condizioni invernali. Nel maschio la sagoma generale è più tozza, con maggior sviluppo del treno anteriore, mentre la femmina si presenta più longilinea, con preponderanza dell'addome e del treno posteriore; il collo, corto e tozzo nel maschio, è sottile nella femmina, tanto da dare l'impressione che quest'ultima abbia il muso più allungato rispetto al maschio.
Diffusione
I resti fossili più antichi di Camoscio sono stati rinvenuti sui Pirenei e risalgono a 250-150.000 anni fa (Glaciazione di Riss). La massima diffusione della specie si ebbe tra gli 80.000 e i 12.000 anni fa (Glaciazione di Würm): in quest'epoca, spinto dall'incalzare dei ghiacciai, il Camoscio si distribuì in quasi tutta l'Europa centrale e in parte di quella centromeridionale. Le successive mutazioni climatiche ed ambientali privarono questo Ungulato (nelle zone meno elevate) dell'habitat idoneo alla sua sopravvivenza; conseguentemente il suo areale si ridusse e frammentò e incominciarono così a differenziarsi le diverse sottospecie. Oggi il camoscio è presente nei sistemi montuosi del centro e del sud dell'Europa: Alpi francesi, Alpi italiane, Alpi svizzere, Alpi austriache, Alpi bavaresi, Liechtenstein, Catena del Giura, ex-Jugoslavia settentrionale. A seguito di reintroduzioni, la specie è presente anche nei Vosgi, nel Cantal e nella Foresta Nera. A nord raggiunge gli Alti Tatra. Agli inizi del 1900 è stato introdotto in Nuova Zelanda. In Italia è diffuso sui pendii montani delle Alpi con una popolazione che nel 1995 contava più di 100.000 unità e che è in espansione.(124.000 nel 2008, di cui 19.500 in Lombardia (da: Rapporto sulla fauna selvatica in Lombardia). La maggiore presenza di individui è riscontrabile nelle province di Trento, Bolzano e Verona (Prealpi Veronesi) ed in Piemonte, nei cui territori risulta al momento concentrato il 62% dei camosci alpini italiani. Dal 1994 si è insediato nel Carso triestino un piccolo gruppo di camosci probabilmente a seguito di una immissione illegale: questo evento ha spinto la Provincia di Trieste ad avviare uno studio per valutare la compatibilità della specie con l'ambiente locale.
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Stato: Spain |
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Stato: Czechoslovakia |
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Stato: Monaco |
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Stato: French Andorra |
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Data: 15/03/1990
Emissione: W.W.F. Il camoscio Stato: Albania |
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Data: 15/03/1990
Emissione: W.W.F. Il camoscio Stato: Albania |
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Data: 15/03/1990
Emissione: W.W.F. Il camoscio Stato: Albania |
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Data: 15/03/1990
Emissione: W.W.F. Il camoscio Stato: Albania |
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Data: 24/10/1962
Emissione: Fauna Stato: Albania |
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Data: 16/02/2005
Emissione: Flora e fauna Stato: Serbia and Montenegro |
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Data: 10/09/1983
Emissione: Protezione della natura in Europa - Parco Nazionale di Sutjeska Stato: Yugoslavia |
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Data: 30/06/1954
Emissione: Fauna locale 12 v. Stato: Yugoslavia |
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Data: 03/05/1986
Emissione: Europa Stato: French Andorra |
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Data: 20/02/1950
Emissione: Posta aerea Stato: French Andorra |
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